Graffiti Hall Of Fame: i luoghi culto del writing Bolognese | UGO

Graffiti Hall Of Fame: i luoghi culto del writing Bolognese

La City Guide di UGO oggi si tinge di colori spray: stiamo per farci un giro nelle principali Graffiti Hall Of Fame di Bologna, dove i writer più talentuosi della città hanno lasciato il loro segno indelebile. Il nostro itinerario si snoda tra ponti e parchetti: che fai vieni?

Premessa: nei luoghi qui indicati non è possibile dipingere liberamente, questa possibilità è limitata ad eventi o artisti specifici. In compenso proprio grazie a questa loro natura “curatoriale” su questi muri sono conservati alcuni capolavori, spesso storici, del writing cittadino. 

Ponte Stalingrado

Cominciamo da una murata piuttosto visibile, quella sopra il Ponte di Via Stalingrado. Inizialmente liberalizzata dal Comune con una iniziativa di “riqualificazione aperta” (dove di qualità però ce n’era ben poca) oggi è diventato un luogo dove ammirare pezzi recenti, con un ricambio più o meno annuale.
I masterpiece storici però cominciano quando si scendono le scale che portano verso via Zago, qui il livello si alza almeno quanto l’imponente parete del ponte. 

Ponte San Donato

Giusto uno spicchio di viali più in là si trova il ponte San Donato, al termine del quale svetta l’enorme facciata “marziana” dipinta da Dado. Giunti proprio sotto al palazzo si apre alla nostra sinistra un parchetto, dal quale è possibile ammirare alcuni pezzi decisamente degni di nota. In generale tutt’intorno al ponte c’è parecchio per rifarsi gli occhi.

Ponte di Via Libia

Insomma ormai dovreste aver capito: i ponti che sovrastano le linee ferroviarie di Bologna sono delle vere e proprie gallerie a cielo aperto. Il Ponte di Via Libia, nel cuore del quartiere Cirenaica, non è da meno. Qui la parete tende a scrostarsi un po’, ma se lo guardate con il giusto occhio questo effetto rovinato aggiunge un livello di realtà che può rendere i pezzi ancora più belli e interessanti. 

Giardino Cavallazzi

Ci spostiamo verso la periferia per ammirare dei pezzi situati in contesti un po’ più ameni: siamo al Giardino Cavallazzi, dietro la zona fieristica in quartiere San Donato, una hall of fame di lunga data sulla quale si sono susseguiti moltissimi strati di vernice. Qui il ricambio è molto dinamico: è uno di quei posti dove c’è la possibilità di vedere pezzi nuovi con una certa frequenza e se siete abbastanza fortunati anche qualche writer all’opera.

Lunetta Gamberini

Concludiamo con un vero e proprio santuario del writing Bolognese: il parco della Lunetta Gamberini, polmone verde del quartiere Mazzini, dove sono conservati alcuni pezzi dei maggiori esponenti storici del writing cittadino e non solo. Memorabile il pezzo “spaziale” lungo i muri della palestra o la parete della scuola elementare con opere di Pazo, Peeta, Etnik e altri. Tutto il parco è disseminato di veri e propri capolavori, maestosi sia per dimensioni che per realizzazione, posto perfetto per un pic-nic vista graffiti. 

Le “scritte sui muri” hanno un ruolo fondamentale nel paesaggio urbano di Bologna, la contraddistinguono per la città viva, giovane e ricca di cultura quale è. Tutto ciò è abbastanza contraddittorio pensando all’ultima campagna anti-graffiti del comune che costerà ai cittadini mezzo milione l’anno da qui al 2024… speriamo non si facciano prendere la mano e continuino a tutelare le aree dal fortissimo interesse artistico che abbiamo visto oggi.

P.S. presto sulla City Guide di UGO anche una selezione di muri liberi per chi desidera dipingere senza pensieri sul suolo Bolognese.
#graffiti #hip-hop #street-art

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